Tra il 22 e il 23 maggio, a Sierre, in Svizzera, un quattordicenne ha ucciso la madre a coltellate. Una tragedia tremenda. Questa notizia viene riportata da Ansa e da RSI, più altri siti con copia incolla da Ansa. Mi cade poi l’occhio su un ulteriore articolo di Tio in cui “il 14enne sarebbe affetto da autismo”.
Alt. Leggo l’articolo e mi scorre un brivido, inevitabile per me scrivere due righe. Ben inteso, non intendo scrivere nulla sul fatto, perché non ero presente e perché su determinate tragedie scrivere qualcosa è riduttivo, superficiale e inutile. Ma alcune considerazioni su come viene riportata la notizia è doverosa.
Iniziamo da “…sarebbe affetto da autismo.”. Di autismo non si è affetti. Si è autistici. L’autismo non è una malattia, è una neurodivergenza, che può essere o meno accompagnata da problemi cognitivi e/o patologie psichiatriche esattamente come la neurotipicità. Essere autisticƏ o neurotipicƏ è come essere donne, uomini, non binary: è una caratteristica della persona. Quindi la terminologia usata è già discutibile. Specificare che un omicidio è compiuto da qualcuno “affetto da autismo” è paragonabile a specificare quando è compiuto da qualcuno “affetto da neurotipismo”.
Sostenere poi che essere autisticƏ possa essere una valida spiegazione a un gesto tremendo quale l’omicidio, è non solo pura ignoranza ma non fa che accrescere la discriminazione verso lƏ autisticƏ, già visti dalla maggioranza come deficitari e “difettosi” con comportamenti inspiegabili. Basta scorrere i commenti sotto al suddetto articolo dove si invocano strutture per istituzionalizzare “questi soggetti”.
Quindi no, l’autismo non è una patologia e no, l’autismo non giustifica crimini efferati.
Sto dicendo che lƏ autisticƏ sono tuttƏ “pikkoli ancieli” incapaci di commettere omicidi, furti, rapine o altri crimini? Assolutamente no! LƏ autisticƏ sono esseri umani esattamente come Ə neurotipicƏ, ci sono brave persone autistiche e cattive persone autistiche, ci sono autisticƏ senza problematiche psichiatriche e autisticƏ con problematiche psichiatriche.
Proseguendo nella lettura, si viene informatƏ che il ragazzino era in terapia e prendeva regolarmente farmaci. Anche senza questo dettaglio, è abbastanza logico supporre che un ragazzino che arriva a tanto non è un ragazzino che sta bene, per motivi esterni o interni a sé.
Tuttavia, anche specificare che il ragazzino aveva problematiche psichiche è davvero poco rispettoso, in quando non fa che aumentare lo stigma verso le persone con una patologia psichiatrica. Alcune persone, con alcune patologie, possono essere realmente pericolose, ma questo non è valido per la maggioranza delle persone con patologie psichiatriche. Inoltre, si può compiere un crimine, anche efferato, in assenza di patologie psichiatriche. Pertanto, articoli di questo genere non fanno un favore a una categoria di persone già molto stigmatizzata.
Per ultimo, anche se non per importanza, mi dà sempre i brividi la necessità da parte di alcunƏ giornalistƏ di disquisire su dettagli non pertinenti di tragedie di questo genere, a maggior ragione se fra le persone implicate c’è un ragazzino di 14 anni. Va ricordato che, autistico o no, con problemi mentali o no, si tratta di un ragazzino, un ragazzino che di certo non stava bene, un ragazzino che avrà per tutta la vita sulla coscienza l’omicidio di sua madre. In questa storia, una famiglia intera si è disintegrata, una famiglia dove forse il supporto non è stato sufficiente o adatto, ma anche questo non è dato saperlo. Potrebbe però essere l’unico aspetto degno di nota, in quanto il supporto e i servizi per le persone disabili e le loro famiglie è molto spesso, troppo spesso, carente o non adatto. Non per colpa dei singoli professionisti coinvolti, ma per le risorse troppe volte risicate e i criteri abilisti e discriminatori alla base del supporto.
Mi è sembrato importante sottolineare questi aspetti. Ora lascerò il posto al doveroso silenzio verso due vite stroncate. Seguono i link degli articoli citati.
https://www.rsi.ch/news/svizzera/Sierre-adolescente-uccide-la-madre-15360118.html
https://www.tio.ch/svizzera/cronaca/1585800/donna-figlio-dice-quartiere-appartamento

Descrizione immagine: foto in bianco e nero, molto scura. Al centro una persona con maglietta bianca si copre il volto con le mani. A sinistra c’è un muro, a destra un cancello, da entrambi i lati si vede il riflesso della persona.