Può suonare strano ma spesso l’abilismo e la discriminazione partono proprio da chi lavora in ambito sanitario. La rappresentazione delle persone disabili che viene portata avanti da giornali, televisione, romanzi, film, contribuisce a rafforzare i propri pregiudizi personali. La persona disabile diventa “altro”, una persona diversa con necessità diverse da quelle delle persone non disabili, a cui appartengono la maggior parte dellƏ operatorƏ sanitariƏ.
Ma in che modo si estrinseca l’abilismo in ambito di servizi sanitari? (attenzione: sarcasmo)
- Ambulatori con barriere architettoniche e/o bagni non attrezzati: Ə disabili motoriƏ non hanno bisogno di cure e solitamente non fanno pipì, mai e poi mai sarà inoltre necessario raccogliere un campione di urina;
- Banconi all’ingresso molto alti: Ə disabili carrozzatƏ non leggono né firmano mai i moduli, sono sempre accompagnatƏ da qualcunƏ che parla in vece loro;
- Ostacoli posti senza avvertimento nei corridoi e negli ambulatori: diciamo la verità, servono a smascherare i falsi ciechi, i quali usciranno vivi e vegeti senza nemmeno un livido!
- Lettini ad altezza fissa, staffe senza appoggio della gamba, apparecchiature radiologiche ad esclusivo utilizzo in piedi: all’occorrenza si sa che Ə disabili possono ricorrere alla levitazione;
- Saltare completamente la valutazione di eventuali gravidanze o desideri di gravidanza, nonché di malattie a trasmissione sessuale: Ə disabili sono asessuatƏ come angioletti, privƏ di ogni voglia, e poi…ma chi se lƏ prende?
- Trasmutare magicamente l’anamnesi lavorativa in “Come passa la giornata?”;
- Decidere che il proprio compito è di orientare lavorativamente la persona: “Ma come fai a fare questo lavoro?”, “Ammirevole che tu voglia fare questo, ma non potrai mai farlo”, “Secondo me ti converrebbe fare questo invece di quello”, fino a “Ma non puoi assolutamente fare questo lavoro! E se ti trovassi su un’isola deserta fatta solo di scale e tu dovessi correre alla velocità della luce? Non potresti! Quindi vedi che non sei adattƏ a questo lavoro?”;
- “Dovresti fare 20 ore alla settimana di riabilitazione per poter muovere il dito mignolo. Come, non hai tempo?”;
- “Assolutamente non devi utilizzare una carrozzina per poter stare fuori di casa più a lungo e avere meno dolori, devi sforzarti usando un filo d’erba come appoggio stando tutto il giorno a casa, se no poi ti impigrisci e non ti muovi più”.
Questo elenco è (purtroppo) puramente esemplificativo ma basato sulla realtà, su esperienze reali che persone con varie disabilità si trovano a vivere troppo spesso quando accedono a dei servizi sanitari.
Non è forse ora di riflettere seriamente sul diritto alle cure mediche di tuttƏ e su quanto le proprie costruzioni mentali, dando per scontata l’assenza di disabilità, siano per nulla congrue alla realtà della vita?

Descrizione immagine: uomo con capelli corti neri e braccia sollevate che ha sulla schiena due grosse ali bianche di piume.