Malattia di Wilson

La malattia di Wilson è una malattia genetica che riguarda il metabolismo del rame. È affetta circa 1 persona goni 30.000, quindi si tratta di una malattia rara. Il difetto genetico determina un’alterazione del trasporto del rame che va ad accumularsi negli organi, soprattutto fegato, cervello e cornea. I sintomi sono quindi dovuti all’accumulo di rame nei diversi organi e coinvolgono quindi il fegato, il sistema nervoso e l’occhio.

I sintomi, essendo dovuti all’accumulo del rame, si svilupperanno dopo un certo lasso di tempo che può essere molto variabile, con un esordio della malattia fra i 5 e i 35 anni. Le problematiche del fegato, che arrivano fino alla cirrosi e all’insufficienza epatica acuta, in genere esordiscono tra i 9 e i 13 anni, con un’evoluzione silenziosa. In alcuni casi, le manifestazioni neurologiche e/o psichiatriche, sempre causate dall’accumulo del rame nel sistema nervoso, possono precedere i sintomi epatici, anche se è più frequente che questi sintomi insorgano più tardivamente, in genere tra i 15 e i 21 anni. I sintomi neurologici possono essere sintomi motori quali tremori, difficoltà a parlare o a deglutire, incoordinazione; a questi si possono aggiungere problematiche psichiatriche e cognitive.

Descrizione immagine: ricostruzione 3D di un brevissimo segmento di DNA srotolato, colore azzurro su sfondo bianco.

La diagnosi può richiedere diversi esami. All’esame dell’occhio sono presenti gli anelli di Kayser-Fleischer, un anello dorato nell’occhio visibile dall’oftalmologo dovuto all’accumulo del rame. Nel sangue si dosa la ceruloplasmina, che è una proteina che trasporta il rame nel sangue e che nella malattia di Wilson è molto bassa, mentre nelle urine delle 24 ore si valuta del rame. Altro esame importante è la biopsia del fegato.

Naturalmente, dal momento che la malattia causa un cattivo funzionamento del fegato si avranno anche alterazioni degli esami epatici e può essere presente anemia emolitica.

Inoltre, il rame si accumula anche in altri organi potendo così determinare ulteriori sintomi, quali problemi renali, artrite, gigantismo, malattie del muscolo cardiaco, ipoparatiroidismo, aborti ripetuti, impotenza, manifestazioni dermatologiche di vario tipo.

La malattia di Wilson, se non viene trattata, è fatale. Infatti si arriva a sviluppare un’insufficienza epatica e, nelle manifestazioni neurologiche, si può arrivare ad avere importante distonia (la distonia è una contrazione muscolare prolungata involontaria che porta a posture anomale, scatti e torsioni), perdita della capacità di muoversi e di parlare. La progressione è generalmente graduale ma possono esserci casi con un deterioramento improvviso.

Con il trattamento, al contrario, si può avere una aspettativa di vita ottima. La terapia si basa sull’esclusione di alimenti contenenti rame e sull’assunzione di farmaci chelanti (che quindi legano il rame e ne permettono l’eliminazione dal corpo) quali la penicillamina e la trientina, oppure lo zinco, che riduce l’assorbimento del rame ingerito. I farmaci non possono essere assunti con lo zinco perché lo legherebbero divenendo inefficaci. In caso di insufficienza epatica, è necessario il trapianto di fegato.

Fonti:
Johnson L.E., Malattia di Wilson, 2021, MSD
Schilsky M.L., Malattia di Wilson: manifestazioni cliniche, diagnosi e storia naturale, 2022, UpToDate

Descrizione immagine: una donna è accanto a un bambino, alla sua altezza, e soffia creando bolle di sapone.