Un meccanismo di difesa è un complesso di operazioni mentali che ha come finalità quella di ridurre o sopprimere ogni minaccia che possa mettere in pericolo l’integrità e la stabilità dell’individuo, puntando a mantenere l’omeostasi dell’individuo e a prevenire un cambiamento.
Che cosa significa in parole più semplici? Che i meccanismi di difesa hanno la funzione di controllare ciò che viene percepito come “pericoloso” per la stabilità della psiche della persona.
Un meccanismo di difesa è un processo mentale, quindi interno, che può esprimersi anche attraverso un comportamento interpersonale, esterno. Regola il rapporto tra la realtà interna dell’individuo e la realtà esterna mediando tra i desideri e le aspettative dell’individuo e le proibizioni interne e il codice morale interiore; si tratta, quindi, di un meccanismo intrapsichico che diviene anche un processo interpersonale.
Il meccanismo di difesa è finalizzato all’evitamento o alla gestione di un’emozione insopportabile. Inoltre, i meccanismi di difesa proteggono e regolano l’autostima dell’individuo.
È qualcosa di assolutamente fisiologico, non significa patologia. La presenza dei meccanismi di difesa permette alle persone di adattarsi alla realtà e di proteggere il Sé e l’autostima dell’individuo rispetto a minacce reali o immaginarie.
I meccanismi di difesa sono inconsci, inconsapevoli, e sono reversibili nel momento in cui qualcuno le fa notare portandole così alla consapevolezza dell’individuo. Le difese possono divenire nel tempo rigide e disadattive oppure modificarsi a seconda delle esperienze che l’individuo vive.
Le difese diventano disadattive e caratterizzano la patologia quando terminano il loro ruolo di mediatori, quando non facilitano l’adattamento e quando hanno un costo troppo pesante per l’individuo. Quando una difesa diventa rigida e inflessibile ed è l’unica modalità del soggetto per proteggersi, quando elimina anche gli aspetti positivi della vita, diventa disadattativa e può essere patologica.
I meccanismi di difesa possono proteggere il soggetto attraverso una distorsione più o meno grossolana nel rapporto tra emozione e pensiero o nel rapporto tra soggetto ed oggetto. Evidenziano, inoltre, una capacità maturativa nel tempo in quanto i meccanismi di difesa, nella vita dell’individuo, non sono sempre gli stessi, ma variano a seconda delle esperienze e vicissitudini. Possono infatti essere collocati lungo un continuum di difese mature e funzionali o primitive e disfunzionali, anche se uno stesso meccanismo di difesa può essere più maturo o più disfunzionale a seconda delle situazioni. Le difese primitive comportano una maggiore distorsione della realtà interna o esterna da parte del soggetto e portano a incidere sulla relazione tra il Sé e l’oggetto esterno.
Vediamo ora i principali meccanismi di difesa. Non è un elenco esaustivo, naturalmente, ma può dare l’idea di che cosa si stia parlando. Alcuni di questi meccanismi sono più rappresentati in ambito patologico e nei disturbi di personalità.
Identificazione proiettiva: è un meccanismo molto complesso e molto studiato. Ci sono divergenze fra autori nella definizione di questo meccanismo. Si tratta di un processo mentale in cui il soggetto immagina di mettere nell’altro emozioni, affetti, impulsi inaccettabili e identifica l’altra persona ma mantenendo un contatto con ciò che ha proiettato e reagendo con quanto proiettato, facendo anche pressioni sull’altra persona per spingerla a identificarsi con quanto proiettato.
Proiezione: diversa dall’identificazione proiettiva perché comporta una minore distorsione della realtà; è l’attribuzione all’altro di impulsi inaccettabili, ma non di parti di sé come nell’identificazione proiettiva.
Dissociazione: interruzione della continuità delle funzioni solitamente integrate di coscienza, memoria, identità e consapevolezza del corpo, del sé o dell’ambiente.
Razionalizzazione: costruire motivazioni e pensieri ragionevoli ma non pertinenti per proteggersi da una certa angoscia. La motivazione razionale è ragionevole ma non centra il punto della questione.
Acting out: liberarsi delle proprie emozioni e dei propri sentimenti inaccettabili esprimendoli in modo impulsivo senza tener conto delle conseguenze, come avviene ad esempio nell’aggressione fisica. Non è sinonimo di cattivo comportamento, è una strategia difensiva volta a scaricare in modo impulsivo che non tiene conto delle conseguenze.
Scissione: rigida separazione nell’immagine di sé stessi tra caratteristiche positive e negative, oppure scissione dell’oggetto. Ad esempio, parlare di un’altra persona mettendo in luce tutto quanto è positivo e poco dopo parlarne come fosse la persona peggiore del mondo.
Idealizzazione: meccanismo di difesa che ha la funzione di accrescere l’importanza di una persona o del Sé della persona stessa al fine di proteggere dall’angoscia. Viene considerata una difesa primitiva, ma la sua funzione non è sempre disadattiva, come avviene ad esempio nell’innamoramento. È primitiva e disfunzionale nel momento in cui si idealizzano in modo rigido persone non conosciute per sentirsi più sicuri in loro presenza.
Svalutazione: è l’altra faccia dell’idealizzazione, consiste nel diminuire l’importanza di una persona o del proprio Sé per proteggersi da una angoscia. Ad esempio, è tipico che quando la persona viene lasciata dal partner non si metta in discussione ma pensi che è il partner che non vale niente, che è indegno di stare con lei, si protegge dall’angoscia che deriverebbe dal mettersi in discussione e della sensazione di fragilità.
Controllo onnipotente: fa sentire l’individuo con poteri straordinari e con eccessiva sicurezza in sé stesso.
Rimozione: dimenticarsi un affetto, una rappresentazione, un evento, per sfuggire a una particolare angoscia che questo causa.
Formazione reattiva: trasformare un affetto nel proprio contrario. Ad esempio, se c’è paura ad esprimere la rabbia verso una persona si può iniziare a provare simpatia per quella persona.
Spostamento: comporta un cambiamento di oggetto. Ad esempio, arrabbiarsi con un soggetto ma manifestare la rabbia verso un altro soggetto che più difficilmente risponderà.
Isolamento: il soggetto si protegge isolando l’affetto dalla rappresentazione, per cui l’affetto viene separato dal pensiero.
Intellettualizzazione: difende di nuovo dagli affetti attraverso ragionamenti, vengono costruite spiegazioni su spiegazioni rendendo tutto un ragionamento intellettuale.
Annullamento retroattivo: tentativo simbolico, magico, di riparare a un’azione passata per proteggersi da angoscia e senso di colpa.
Le principali difese mature, che aiutano a regolare in modo funzionale affetti e angosce, sono le seguenti:
Sublimazione: permette di esprimere impulsi primitivi attraverso comportamenti socialmente accettabili, come esprimere aggressività in palestra o facendo sport.
Repressione: dimenticarsi attivamente di una cosa. Non è involontario come nella rimozione, ma non potendo affrontare la situazione si decide consapevolmente di non pensarci.
Anticipazione: pianificare in anticipo una certa situazione angosciante per potersi preparare per tempo.
Per concludere questa carrellata va sempre ricordato come alla base delle nostre relazioni con gli altri e delle relazioni degli altri con noi, si muovono elementi di cui non siamo consapevoli e che, proprio per questo, non possiamo controllare. Significa che siamo vittime inermi e passive? Assolutamente no. Significa che occorre fare uno sforzo di consapevolezza, provare a osservare e osservarci in modo obiettivo e anche a saper soppesare quando ci viene riportato dagli sguardi esterni a noi, sia per capire quanto quegli sguardi siano influenzati dalle difese inconsce di quella persona, sia per capire quanto invece ciò che ci viene detto ci riguardi.
Fonti:
Appunti delle lezioni del master in Prevenzione e strategie di intervento nelle esperienze traumatiche.
Perry, J. C. (2014). Anomalies and Specific Functions in the Clinical Identification of Defense Mechanisms. Journal of Clinical Psychology, 70(5), 406–418.
Perry, J. C., & Metzger, J. (2014). Introduction to Defense Mechanisms in Psychotherapy. In Journal of Clinical Psychology (Vol. 70, Issue 5, p. 405). John Wiley and Sons Inc.
